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martedì 30 luglio 2013

La TOP 5 delle costellazioni più belle del cielo notturno

La TOP 5 delle costellazioni più belle del cielo notturno

Ormai sappiamo quante sono e come sono divise le  costellazioni del cielo notturno. Ma sono tutte uguali? Quali sono le più belle e affascinanti? Sicuramente qualche punto in più lo hanno quelle grandi e imponenti composte da stelle luminosissime. 
Vediamo insieme una piccola classifica di quelle che, a mio parere, sono le costellazioni più incantevoli del firmamento.



1) Orione - costellazione invernale
È forse la costellazione più famosa insieme all'Orsa Maggiore, grazie anche alla sua storia ed a miti e leggende ad essa legati. La sua bellezza si deve sicuramente alla sua grandezza (basta alzare gli occhi al cielo durante l'inverno per vederla imponente mentre solca il cielo) e alla luminosità delle sue stelle (Betelgeuse, Rigel, Bellatrix, Saiph e le tre stelle della cintura). Importante anche per oggetti peculiari come la Grande Nebulosa di Orione e l'asterismo della Cintura di Orione.






2) Cigno - costellazione estiva
Poco conosciuta rispetto alla prima, merita di salire sul podio al secondo posto semplicemente per la sua perfezione. Colpisce subito infatti per la simmetria (anche per quanto riguarda stelle più e meno luminose) e per come effettivamente sembri un cigno che attraversa la nostra galassia, la Via Lattea. Proprio per la sua posizione è ricca di oggetti del deep sky. La stella più luminosa è Deneb. La ciliegina sulla torta è Albireo, la testa del nobile volatile, che è una delle più belle e colorate stelle doppie osservabile anche con piccoli strumenti.


3) Scorpione - costellazione estiva
Sul podio sale anche la Scorpione al terzo posto, imponente e luminoso al margine della Via Lattea. Impressionante la perfezione della testa, dove troviamo la stella più brillante, Antares, e del pungiglione. Anche in questa costellazione numerosissimi oggetti del deep sky, soprattutto nebulose diffuse e ammassi planetari e globulari.





4) Orsa maggiore - costellazione circumpolare osservabile tutto l'anno dall'Italia
Come detto, l'Orsa Maggiore è una delle costellazioni più celebri insieme ad Orione. La sua fama si deve all'utilizzo fin da tempi remoti dei "puntatori" (Dubhe e Merak) utilissimi per localizzare la Stella Polare e dunque il nord. La sua bellezza si deve invece all'estensione ed alla luminosità delle stelle che la compongono, grazie alle quali è molto facile da localizzare in qualsiasi periodo dell'anno. 




5) Boote - costellazione estiva
Il Boote, letteralmente pastore, bifolco, è una grande costellazione visibile in estate subito dopo il tramonto. In essa troviamo la gigante rossa Arcturus, la stella più luminosa del cielo estivo. Al Boote è legata una delle storie più belle del cielo stellato. Il suo nome si deve al fatto che durante il moto apparente della volta celeste sembra "spingere" il Grande Carro dell'Orsa Maggiore.



lunedì 29 luglio 2013

La Terra vista da Saturno fotografata dalla sonda Cassini

La Terra vista da Saturno fotografata dalla sonda Cassini

Queste sono le emozionanti foto della Terra scattate dalla sonda Cassini in orbita intorno a Saturno a 1,5 miliardi di chilometri dalla nostra casa. Sono state riprese lo scorso 19 luglio e rese pubbliche qualche giorno più tardi, dopo essere state colorate e ritoccate da Valierie Klavans.


La Terra è quel lontano puntino blu così lontano dagli anelli di Saturno, così piccolo nel grande Sistema Solare, così insignificante nell'immensità dell'universo.
Come afferma Carolyn Porco a capo del Cassini Imaging Team: di tutte le foto astronomiche scattate a partire dall'era dell'astrofotografia, le più emozionanti sono quelle del nostro pianeta.

A maggiori ingrandimenti si mostra anche la Luna, di fianco all' abbagliante puntino blu.








Riprendere la Terra da Saturno è molto difficile poichè, da quella distanza, il pianeta blu e il sole appaiono molto vicini. La sonda Cassini ci ha infatti fotografato durante un allineamento Sole-Saturno, quando la nostra stella era nascosta dal Signore degli Anelli.











sabato 20 luglio 2013

Apollo 11: 44 anni dopo

Apollo 11: 44 anni dopo

Oggi, 20 luglio 2013 ricorrono i 44 anni dal l'arrivo dell'uomo sulla Luna; è il primo anniversario dell'allunaggio senza l'astronauta Neil Armstrong, deceduto nell'agosto scorso.

Dopo quattro giorni di viaggio trasportato dall'immenso Saturn V, il modulo lunare "Eagle" (Aquila) toccò con le sue gambe meccaniche il suolo lunare con due uomini a bordo, segnando per sempre la storia dell'umanità: erano le 20:18 (ora americana) del 20 luglio 1969.
Dopo altre sei ore interminabili di preparativi, alle 2:56 del 21 luglio 1969, finalmente la porta dell'Eagle si aprì e Neil Armstrong portò ufficialmente con il suo "piccolo" passo l'umanità sul nostro satellite naturale. I primi uomini camminarono nel Mare della Tranquillità, in una "Magnifica desolazione" descritta da "Buzz" Aldrin.

Non soffermiamoci però ancora su come l'uomo abbia potuto raggiungere il suo sogno più grande, (basta una piccola ricerca per ritrovarsi di fronte gli stratosferici numeri della missione). E' invece molto più interessante indagare su cosa abbia significato veramente per l'umanità "conquistare" la Luna. Fin dalla notte dei tempi, gli uomini hanno guardato quel "multiforme" corpo celeste, non comprendendo la natura delle sue trasformazioni: piena o a falce, ha sempre affascinato e influenzato le nostre fragili esistenze. Si può dire che abbia accompagnato la nostra storia, lei era sempre lì nel cielo quando i faraoni regnavano sul popolo egizio, quando i pensatori greci si interrogavano sulla nostra esistenza, quando gli imperatori romani conquistavano tutto il mondo allora conosciuto. Solo di recente siamo riusciti a comprendere gli enigmi del nostro satellite, così egocentrico, così meraviglioso. Portare lì il nostro ingegno ha significato dare sfogo a quel nazionalismo rimasto dopo la Guerra Fredda. E' successo però qualcosa di più: insieme alla bandiera americana, sul nostro satellite ora sventola quella del mondo, dell'umanità intera. ‹‹ E' bastato relegare in soffitta dogmi e sofismi per mettere un piede sulla Luna ›› afferma Francesco Burdin ad indicare come questo piccolo gesto abbia unito per un unico scopo miliardi di uomini da ogni parte del mondo di diversa cultura, religione, credo politico, ma con gli stessi sogni, le stesse speranze, le stesse ambizioni.

Per entrare ancora di più nel significato poetico dell'allunaggio, possiamo vedere invece l'amaro prezzo della missione Apollo 11. Oltre ai 150 miliardi di dollari spesi nelle missioni Apollo, arrivare sulla Luna ha significato strappare per sempre quel velo di mistero che la circondava. Questo il messaggio che traspare dalla breve ma intensa canzone "Apollo 11" scritta dal mio concittadino Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro. Nella canzone il genio del cantautore evidenzia come mai più vedremo la Luna, mai più nella storia dell'umanità, mai più fino alla fine del genere umano; mai più per noi sarà "Irragiungibile".



‹‹ Hai visto mai
che un piede poi basti
a cambiare la vita
se solo toccherà la Luna ››

Giuliano Sangiorgi

venerdì 19 luglio 2013

Interrotta la seconda EVA di Parmitano

Dopo il successo della prima Extra Vehicular Activity (EVA) di Parmitano, è stata interrotta la seconda missione esterna di Parmitano e Cassidy per un piccolo incidente. 

L'attività di 6 ore e 30 minuti è iniziata regolarmente alle 14:00 (ora italiana) ed è proseguita senza intoppi fino alle 14:45 del 16/7/2013 (a lato una foto di Parmitano mentre si prepara ad uscire).
A questo punto però il nostro connazionale ha riferito di avvertire acqua all'interno della tuta, dietro la nuca. Se ne è infatti verificata una perdita di circa mezzo litro da una sacca della pesante attrezzatura. L'acqua, non potabile, stava iniziando ad inumidire la cuffia e gli auricolari di Parmitano. Poco più tardi l'astronauta riferisce ancora   << Ne ho un po' negli occhi e nel naso,>> <<C'è molta acqua>>
Gli astronauti hanno però continuato regolarmente la loro attività fino alle 15:05 (ora italiana), quando il controllo della missione a Houston ha ordinato di interrompere la missione. Parmitano è così rientrato nella ISS provato ma in salute, mentre Cassidy lo ha seguito più tardi, dopo aver ripulito l'area dagli attrezzi e concluso le operazioni rimaste in sospeso. Nonostante la lunga attesa (più di 30 minuti) per interrompere la EVA, l'acqua si propagava lentamente nella tuta dell'astronauta grazie alla scarsa forza di gravità presente in orbita terreste.




La missione sarà ripetuta in data da destinarsi.
Tutto bene quel che finisce bene, seguiamo le prossime missioni del "nostro" Luca (Skywalker) Parmitano; in bocca al lupo!

martedì 16 luglio 2013

Scoperta la 14esima luna di Nettuno

Grazie alle immagini del Telescopio Spaziale Hubble è stato scoperto il quattordicesimo satellite naturale del pianeta Nettuno, il più esterno del Sistema Solare.

È il più piccolo del sistema nettuniano con soli 19 chilometri di diametro ed è stato chiamato 
S/2004 N 1. Il satellite è stato individuato solo ora poichè poco luminoso (circa 100 milioni di volte meno luminoso della stella più fioca visibile ad occhio nudo). 
Il piccolo corpo celeste era sfuggito persino alla sonda Voyager 2 nel passaggio molto vicino al pianeta. 



La scoperta di deve a Mark Showalter del SETI Institude di Mountain View che ha analizzate circa 150 foto scattate dal Telescopio Hubble tra il 2004 e il 2009.
La piccola luna compie un movimento di rivoluzione intorno a Nettuno in 23 ore seguendo un orbita circolare.

domenica 14 luglio 2013

Cerbero e Stige: le nuove lune di Plutone

Ancora novità da Plutone: dopo le prime immagini di Caronte riprese dalla sonda New Orizonts, questa volta si tratta del nome ufficiale dei due satelliti P4 e P5.


A quasi un anno di distanza dalla scoperta di P5, il SETI ha lanciato un sondaggio per dare un nome ai due satelliti del pianeta nano. I circa 500.000 votanti hanno scelto Vulcan, seguito da Cerbero e Stige.
L'Unione Astronomica Internazionale (UAI) ha però scelto il secondo e terzo "classificato" poichè Vulcan, il mondo immaginario della serie Star Trek, non presentava elementi in comune con Plutone, il dio degli inferi. (Gli altri satelliti non a caso sono Caronte, Idra e Notte)





Il Cerbero era la bestia mitologica posta a guardia dell'inferno. Era un mostruoso cane a tre teste ricoperto, invece che da peli, da terribili serpenti. Il suo compito era quello di impedire ai vivi di entrare nell'Ade e ai morti di uscirne.
Lo Stige (fiume del lamento) era il fiume dove il traghettatore di anime, Caronte (altra luna di Plutone), trasportava le anime dei dannati negli inferi.










sabato 13 luglio 2013

Prime immagini di Caronte


Primi pixel di Caronte ripresi dalla soda NASA New Horizons.

Le immagini sono state riprese con la camera telescopica LOng Range Reconnaissance Imager (LORRI). La sonda è stata lanciata nel 2006 ed è attualmente a 880 milioni di chilometri da Plutone; nel luglio 2015 si avvicinerà al pianeta nano a soli 12.500 chilometri.



Caronte è la più grande delle cinque lune di Plutone. Vi orbita intorno alla distanza di 19.000 km circa e ha un diametro di 1270 km.
È inoltre interamente ricoperto di ghiaccio d'acqua come Encèlado (satellite naturale di Saturno). 

A destra un'immagine che mostra le dimensioni dei due corpi celesti. Come è facile notare il rapporto delle loro dimensioni è molto piccolo se si tiene conto che il secondo è un satellite naturale del primo.





Rapporto tra le dimensioni di Terra, Luna, Plutone e Caronte.






venerdì 12 luglio 2013

Primo pianeta di cui si conosce il colore, è blu come la Terra!

E' il primo pianeta di cui si conosce il colore ed è blu come la Terra: stiamo parlando di HD189733b, scoperto nel 2005 e a lungo studiato, orbitante intorno all'omonima HD189733. 

La stella è una nana arancione di classe spettrale K di magnitudine 7,7, posta nella costellazione della Volpetta a 63 anniluce da noi.
Il pianeta orbita vicinissimo intorno alla sua stella: circa ad un decimo della distanza di Mercurio dal Sole. 

La scoperta si deve ad un gruppo di scienziati coordinato dall'università di Oxford che ha analizzato i dati del telescopio Hubble. Per poterne scoprire il colore si è esaminato lo spettro della luce prima, durante e dopo il passaggio del pianeta intorno alla sua stella. Si pensa che il colore blu cobalto sia dovuto a silicati presenti nell'atmosfera a cui si devono anche delle violentissime piogge di vetro.
E' stato subito chiamato "Deep blue dot" (punto profondo blu), è un pianeta gassoso "caldo" (paragonabile più ad una nana bruna che alla Terra) simile a Giove. Il colore è infatti l'unica caratteristica che accomuna HD189733b al "Pianeta blu" per antonomasia. 

"Deep blue dot" è un mondo infernale; la sua temperatura è di oltre 1000 gradi e le raffiche di particelle di vetro raggiugono i 7000 chilometri orari.



Questa è una grande scoperta che apre le porte al mondo dello studio dei pianeti extrasolari, difficili da analizzare con telescopi a terra o in orbita. Ma forse ancora per poco. Con il lancio nel 2018 del James Webb Space Telescope, successore del telescopio Hubble, gli astronomi promettono di riuscirci.

mercoledì 10 luglio 2013

Luca Parmitano: missione compiuta!

Luca Parmitano: missione compiuta!

Si è conclusa con successo la storica "passeggiata spaziale" di Luca Parmitano.
Come anticipato Parmitano è stato il primo italiano e il più giovane astronauta in assoluto ad uscire dalla Stazione Spaziale Internazionale. 

L' Extra-Vehicular Activity (EVA) è durata 6 ore e 7 minuti e ha coinvolto oltre all'italiano dell' ESA (designato EV2) un altro astronauta della NASA Chris Cassidy (EV1).
Lo statunitense ha rimosso e sostituito una delle due unità di un ricevitore-trasmettitore guastatosi nello s corso dicembre.
Parmitano ha recuperato due esperimenti che facevano parte di MISSE-8 e ha fotografato AMS-02 per fornire al team di ricerca a terra immagini per verificarne le condizioni.
Sono stati svoli anche compiti di installazione di componenti e di preparazione all'arrivo del modulo russo MLM su cui verrà montato il Braccio Robotico Europeo nel prossimo dicembre.



Parmitano si prepara ad uscire dalla ISS.

A lui va un grande ringraziamento per aver portato un pizzico di Italia nello spazio e per averci fatto sentire orgogliosi di essere Italiani: grande Luca!


Qui le prossime missioni della NASA, molte della quali rivolte alla Stazione Spaziale Internazionale, tra cui (come anticipato prima) quella prevista per il prossimo 11 dicembre per le quali ha lavorato Parmitano all'esterno della ISS.

lunedì 8 luglio 2013

Cosa si osserva con un telescopio

Cosa si osserva con un telescopio

Sicuramente sappiamo cos'è un telescopio e ne abbiamo visto qualcuno a casa di un amico o in un museo-osservatorio di sfuggita. Ma sappiamo veramente come si usa e soprattutto cosa si può osservare? Spesso la risposta è negative, ecco quindi una piccola guida che spiega a cosa si avvicinano gli occhi dell'astrofilo quando avvicina la pupilla all'oculare.

Qualche precisazione: con i telescopi amatoriali le stelle rimangono dei puntini luminosi e dimentichiamoci le foto di Google immagini!



SISTEMA SOLARE


SOLE (macchie solari)

Il Sole è la nostra stella, sulla sua superficie si possono osservare le macchie solari e, con un buon telescopio e appositi filtri, le protuberanze, i filamenti e le facole.



Osservare il Sole solo con il filtro solare.






LUNA (mari, crateri, catene montuose)


La Luna è l'unico satellite naturale della Terra. Anche con un piccolo telescopio è possibile fare delle entusiasmanti "passeggiate" sulla sua superficie tra mari, crateri e catene montuose.







Sole e Luna possono essere anche fotografati con un semplice smartphone. Ecco come fare.





MERCURIO (fasi)

Mercurio è il pianeta più interno del Sistema Solare.
Proprio per questo è possibile osservare le sue fasi. Unica difficoltà il fatto che è sempre basso all'orizzonte (subito dopo il tramonto e subito prima dell'alba) per cui risente negativamente delle turbolenze degli strati bessi dell'atmosfera. 







VENERE (nubi e fasi)
Anche Venere come Mercurio è un pianeta interno, è però più alto sull'orizzonte e quindi meglio osservabile. Tuttavia con telescopi non troppo grandi se ne possono osservare solo le fasi, perchè il pianeta è rivestito da una folta coltre di nubi che non permettono di vedere dettagli sulla sua superficie.





MARTE (superficie rossa, dettagli sulla superficie, calotte polari ghiacciate)


L'osservazione del pianeta rosso risente molto della sua posizione nell'orbita intorno al sole. In condizioni favorevoli mostra i dettagli scuri sulla superficie e i poli ghiacciati. 





GIOVE (bande equatoriali, Grande Macchia Rossa, satelliti medicei: Io, Europa, Callisto, Ganimede)
Il gigante gassoso Giove è uno dei pianeti più affascinanti da osservare. Anche con piccoli telescopi è infatti possibile osservare i quattro Satelliti Galileiani (Io, Europa, Ganimede, Callisto), le bande equatoriali e la Grade Maccjia Rossa.







SATURNO (anelli con Divisione di Cassini, satelliti; Titano, Rhea, Dione)


Saturno è il più "elegante" e pparticolare dei pianeti. A piccoli ingrandimenti mostra gli anelli e i suoi satelliti (facile da osservare Titano,un po' meno Rhea e Dione). Con strumenti di media potenza si mostrano le bande equatoriali e la Divisione di Cassini. Con strumenti maggiori si possono vedere altri dettagli negli anelli come la divisione di Enke.


Ecco alcune foto di Giove e Saturno realizzate con la mia strumentazione.



COMETE (corpo, coda/e)

Le comete sono astri facili da osservare, ma visibili raramente. Bastano pochi ingrandimenti per vederne il nucleo luminoso e la coda (raramente sono più di una come nell'immagine). Sia il nucleo, sia la coda possono essere di diversi colori: dal rosso all'azzurro.






CIELO PROFONDO (DEEP SKY)


STELLE DOPPIE

Bisogna sapere che con un telescopio amatoriale le stelle rimangono dei piccoli puntini luminosi. Un modo interessante di osservarle però è quello di guardare le stelle doppie. Queste possono essere legate gravitazionalmente o sono create da un'illusione prospettica. Molte sono osservabili anche con un binocolo e alcune (come Albireo nell'immagine) sono composte da stelle di colori diversi. 



AMMASSI APERTI
Gli ammassi aperti sono agglomerati di stelle nati da una stessa nebulosa. Le stelle si presentano molto vicine ma sparse all'interno dell'ammasso. Tra i più famosi le Pleiadi (nell'immagine) e le Iadi, osservabili anche ad occhio nudo. Gli ammassi aperti sono tra gli oggetti del cielo profondo da osservare con piccoli strumenti.




AMMASSI GLOBULARI
Un altro tipo di ammasso stellare è invece quello all'interno del quale le stelle sono attratte dalle forze gravitazionali. Questi, a differenza di quelli aperti, hanno un centro nel quale si concentrano un gran numero di stelle. Sono leggermente più difficili da osservare degli ammassi aperti, ma si mostrano bene a strumenti di media potenza. Tra i più famosi quello nella costellazione dell'Ercole.







NEBULOSE DIFFUSE

Le nebulose diffuse sono appaiono molto sfumate con piccoli strumenti, salendo di qualità però si possono osservare bellissimi dettagli come le stelle formatesi al suo interno. Tra le più famose c'è la celeberrima Nebulosa di Orione (nell'immagine). 







NEBULOSE PLANETARIE
Le nebulose planetarie sono apprezzabili anche con piccoli strumenti. Salendo di potenza però si mostrano in tutta la loro bellezza. Il loro nome è dovuto ai primi osservatori che vedendone i contorni ben definiti le paragonarono ai pianeti. Tra le più famose quella del Granchio e dell'Anello (nell'immagine).



GALASSIE
Le galassie sono grandi ammassi formati da miliardi di stelle. Difficili da osservare con piccoli strumenti, si mostrano in tutto il loro splendore anche con telescopi amatoriali. La più famosa è quella di Andromeda (nell'immagine) gemella della nostra galassia, la Via Lattea. Con buoni strumenti si possono osservare diversi tipi di galassie.



Ora che sai cosa puoi osservare, scopri quanto costa un telescopio. Sarai sorpreso di poter osservare queste meraviglie con una spesa di poche centinaia di euro!

Oculare MEADE serie 4000 26mm 1,25''; (31,8 mm)


Oculare MEADE serie 4000 26mm 1,25''; (31,8 mm)


Qualche settimana fa ho acquistato un Meade super Plossl 4000 26mm usato made in Japan intorno ai 30 euro (a questo prezzo, almeno in Italia, si trovano solo i made in China nuovi). Ero alla ricerca di un oculare luminoso intorno ai 25mm e, conoscendo la differenza tra i vecchi Japan (produzione interrotta negli anni '90) e i China (assai più scadenti), non mi sono fatto scappare l'occasione affidandomi alla buona parola del venditore che mi assicurava un usato come nuovo. [Per la cronaca: i made in Japan sono quelli con la scritta Japan sul barilotto da 1,25" con trattamento delle lenti sul viola; i nuovi economici e scadenti cinesi hanno il trattamento verde] L'oculare mi è stato addirittura consigliato come migliore 26mm economico in circolazione, meglio anche dei Plossl TeleVue nella focale da 26mm. Effettivamente tiene testa ai rivali alla grande!

Utilissimo come "secondo cercatore" per avere un'immagine complessiva dell'oggetto che si vuole osservare per poi passare ad un ingrandimento maggiore, l'oculare ha un campo dichiarato di 52° anche se effettivamente sembra un po' inferiore. Mi ha subito colpito per la luminosità delle immagini che ciò nonostante non sono chiare e sfocate ma nitide e ben contrastate. Con esso viene fornita un' utilissima conchiglia antiriflesso.

Ottimo per osservare la luna piena che già in un 20mm (su un 114/1000) ci va stretta. Risultati eccezionali al crepuscolo, quando il forte contrasto scurisce il cielo tendente al blu ma allo stesso tempo restituisce un'immagine nitida e a fuoco nei dettagli che soprattutto non abbaglia.
Provato per localizzare l'ammasso globulare M53 nella Chioma di Berenice per poi passare ad ingrandimenti maggiori, posso dire che l'immagine appariva meglio (per nitidezza e luminosità) nel Meade 4000. 

Poco dopo provo a vedere se sono negato a vedere M4 o se è colpa degli oculari. Ci ho provato infatti per tutta l'estate scorsa ma niente, ora ci provo col Meade e..... eccolo!!! Tra Antares e Alniyat con la supergigante rossa immediatamente fuori dal campo visivo. Ci riprovo con il k20 e il k10 e niente: la luminosità del Meade 4000 è determinante per osservare oggetti deboli come ammassi globulari e nebulose planetarie (ottimo sulla Nebulosa Anello M57 nella Lira, dove l'ampia porzione di cielo fa vedere benissimo come la nebulosa sia "immersa" e circondata dal cielo stellato).

Concludendo: l'oculare Meade serie 4000 26mm è uno dei migliori 26mm economici in circolazione. Spesso in corredo ai telescopi Meade se ne sottovalutano le possiblità. Ottimo per localizzare gli oggetti del deep sky nel "monotono" cielo stellato, perfetto per l'osservazione solare e lunare, che stanno larghi nell'ampio campo visivo dell'oculare.




Le costellazioni


Le costellazioni

Da sempre l'uomo ha raggruppato le stelle in costellazioni, ma cosa sono veramente? 

Le costellazioni sono raggruppamenti di stelle creati esclusivamente sfruttando la prospettiva dell'osservatore dalla Terra. Ciò significa che all'interno di una stessa costellazione ci sono stelle lontane anniluce tra loro che, grazie alla loro luminosità, creano un'illusione ottica prospettica. La nascita delle costellazioni si perde nella notte dei tempi, sappiamo però con certezza che i primi a studiare il cielo e a raggruppare le stelle furono i popoli della Mesopotamia alcuni millenni prima della nascita di Cristo.

Alla base di queste suddivisioni vi è sicuramente la volontà di trovare nella volta celeste qualcosa che accomuni l'universo infinito e la nostra piccola Terra, spesso riconoscendo fra  le stelle figure di dei e animali.

Rappresentazione artistica delle costellazioni

L'International Astronomical Union divide il cielo in 88 costellazioni.
Esse si possono suddividere in due modi: uno dal punto di vista storico, l'altro dal punto di vista geografico.
Prima suddivisione:
-18 costellazioni boreali (visibili dall'emisfero settentrionale)
-34 costellazioni equatoriali
-36 costellazioni australi (visibili dall'emisfero meridionale)
Seconda suddivisione:
-12 costellazioni dello Zodiaco lungo il piano dell'eclittica (linea immaginaria creata dal movimento apparente del Sole nell'arco di un anno sidereo) denominate dai Greci intorno al I sec. d.C.
-36 costellazioni elencate da Tolomeo nell'Almagesto, poi diventate 38 con la divisione della nave Argo in Carena, Poppa e Vela         
-38 costellazioni moderne definite a partire dal 1600, si trovano soprattutto nell'emisfero australe a causa dell'incremento delle esplorazioni nell'epoca moderna

La costellazione di Orione, forse la più famosa del cielo notturno

giovedì 4 luglio 2013

Nuove foto della cometa ISON

Molti la chiamano già la cometa del secolo, per adesso è solo C/2012 S1 (ISON).
La grande fama della cometa scoperta lo scorso settembre è dovuta al fatto che secondo le stime degli scienziati il prossimo 28 novembre (giorno in cui l'astro raggiungerà il perielio) essa potrebbe addirittura raggiungere una magnitudine apparente di -13 (circa 100 volte più luminosa di Venere), sarebbe dunque visibile anche di giorno, più luminosa dalla luna. Il condizionale è d'obbligo perchè con le informazioni attuali non è ancora possibile stabilire se ISON passerà alla storia come l'evento del secolo o come un clamoroso flop. Tra le tante possibilità c'è quella, ad esempio, che la cometa, di6,5 km di diametro,
si disintegri a causa della piccolissima distanza dal Sole   nel punto di perielio (0,0125 UA; meno di 2milioni di chilometri). La distanza minima che raggiungerà dalla Terra sarà invece di 60 milioni chilometri (basta pensare che la luminosissima Hale-Bopp passò solo a 197 milioni di chilometri).




In data 2/7/2013 è stata resa pubblica questa foto ripresa dal telescopio Hubble le scorso 8 maggio. Sono state composte da un filmato di 43 minuti della ISON mentre attraversa lo spazio tra le orbite di Marte e Giove alla velocità di 76.800 km/h.

Dall'agosto 2013 diventerà possibile vederla con un piccolo telescopio o con un binocolo, sarà invece visibile ad occhio nudo dalla fine di ottobre 2013 fino a metà gennaio 2014.

I prossimi mesi saranno decisivi per stabilire la portata dell'evento astronomico, non ci resta che sperare il meglio!

martedì 2 luglio 2013

Le prossime missioni della NASA


Sono 8 i lanci della NASA previsti per la seconda metà del 2013.
Dopo il lancio di IRIS e della Expedition 36/37 che ha portato Parmitano a bordo della ISS, l' Agenzia Spaziale Americana farà partire nei prossimi sei mesi 8 missioni di cui 6 verso l'ISS (3 di rifornimento, 2 di equipaggio e 1 di apparecchiature tecnologiche), 1 verso la Luna e 1 verso il pianeta rosso, Marte.
Nei prossimi sei mesi sei missioni saranno dirette alla Stazione Spaziale Internazionale


Ecco in ordine le prossime missioni:

Missione: ISS Progress 52
Data: 24 luglio
Luogo: Baikonur Cosmodrome, Kazakistan
Descrizione: la missione rifornirà la Stazione Spaziale Internazionale di viveri, acqua e carburante.

Missione: LADEE (Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer)
Data: 5 settembre
Luogo: Wallops Flight Facility, Virginia
Descrizione: la missione studierà la lieve atmosfera e le polveri dell'ambiente lunare.

Missione: Expedition 37/38
Data:  25 settembre
Luogo: Baikonur Cosmodrome, Kazakistan
Descrizione: la missione porterà tre uomini a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Missione: ISS Progress 53
Data: 16 ottobre
Luogo: Baikonur Cosmodrome, Kazakistan
Descrizione: la missione rifornirà la Stazione Spaziale Internazionale di viveri, acqua e carburante.

Missione: Maven (Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN)
Data: 18 novembre
Luogo: Cape Canaveral Air Force Station, Florida
Descrizione: sarà la prima missione a studiare la parte più alta dell'atmosfera di Marte e il ruolo che essa ha nel clima del pianeta rosso

Missione: Expedition 38/39
Data: 25 novembre
Luogo: Baikonur Cosmodrome, Kazakistan
Descrizione:  la missione porterà tre uomini a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Missione: Space X 3 Commercial Resupply Services flight
Data: 9 dicembre
Luogo: Cape Canaveral Air Force Station, Florida
Descrizione: l'agenzia Space X rifornirà di viveri, acqua e carburante la Stazione Spaziale Internazionale.

Missione: Multipurpose Laboratory Module with European Robotic Arm (ERA)
Data: 11 dicembre
Luogo: Baikonur Cosmodrome, Kazakistan
Descrizione: un razzo russo porterà il Laboratorio ERA alla Stazione Spaziale Internazionale.

Il lancio della Expedition 36/37 che ha portato Luca Parmitano a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.